O'Shea: "Un privilegio aver guidato questo gruppo al Mondiale"
Ultimo giorno privo di impegni in Giappone per la Nazionale Italiana Rugby che nella giornata di domani salirà sullo Shinkansen per Tokyo prima di salutare il Sol Levante con un volo che porterà gli Azzurri a Roma – con scalo a Parigi – alle 9 di martedì 15 ottobre.
Una strana atmosfera ha accompagnato gli ultimi giorni di raduno a Toyota per la squadra guidata da Conor O’Shea che ha terminato anticipatamente la preparazione al quarto match del Girone B alla Rugby World Cup contro la Nuova Zelanda – in calendario sabato 12 ottobre alle 13.45 locali – a causa dell’annullamento del match contro gli All Blacks ufficializzato nella mattinata di giovedì 10 ottobre per l’arrivo del tifone Hagibis che ha colpito il Giappone in questo weekend.
Dopo 51 giorni consecutivi passati insieme – incluse le partite contro Francia e Inghilterra a cui vanno aggiunte le due settimane con i Test Match contro Irlanda e Russia, oltre che i quattro raduni tra Giugno e Luglio a Pergine Valsugana – 44 giocatori utilizzati nella preparazione estiva e 33 giocatori utilizzati in allenamento (di cui 30 sul campo e uno, Fischetti, non presente nella Preliminary squad annunciata a Maggio), si conclude l’avventura dell’Italia con due vittorie nelle prime due partite contro Namibia e Canada, una sconfitta contro il Sudafrica e un pareggio a tavolino contro la Nuova Zelanda frutto della cancellazione della partita in calendario nella giornata di ieri con l’Italia che chiude al terzo posto a 12 punti il Girone B qualificandosi per i Mondiali del 2023 in programma in Francia.
Un epilogo non prevedibile di cui il Commissario Tecnico Azzurro ha parlato nel suo personale bilancio di fine Mondiale: “Sono deluso per l’annullamento della partita per il tifone. Non penso al risultato finale ma al fatto che tu non puoi mai sapere cosa succede in un match e ai vari fattori che possono condizionarlo. Mi dispiace per i giocatori perché per loro è giusto finire una competizione del genere sul campo. Vittoria o sconfitta che sia: è arrivata la fine del nostro sogno in Giappone. Ho parlato con i ragazzi e ho detto a loro che sono orgoglioso di loro: abbiamo fatto due buone prestazioni nelle prime due partite e, ovviamente, dopo il match contro il Sudafrica nessuno era contento”.
“Abbiamo una speranza per il futuro. C’è una profondità più ampia e ora siamo saliti al dodicesimo posto nel ranking. Nel passato abbiamo vinto contro Fiji, Giappone e altre squadre che sono sopra di noi nella classifica mondiale. Il prossimo obiettivo di questo gruppo è arrivare all’altissimo livello e scalare posizioni. Ci sono le possibilità per farlo: in questo gruppo da un lato avevamo giocatori come Parisse, Zanni e Ghiraldini che hanno esperienza al Mondiale; dall’altro tanti giocatori – sia giovani che esperti – che erano alla prima Rugby World Cup, fattore su cui si può costruire per i prossimi anni. Guardiamo avanti”.
Sui momenti positivi e meno belli vissuti con il gruppo Azzurro dall’inizio della preparazione a Pergine Valsugana ad oggi ha dichiarato: “Essere con questa squadra per me è già un bel momento. Si vive come in una famiglia con tutte le gioie e le problematiche che ci possono essere. Questo è un gruppo che la mentalità per essere migliore e fa di tutto per onorare la maglia dell’Italia: per i tifosi, per le loro famiglie, per loro stessi. E’ il motivo per cui sono orgoglioso di loro. I momenti duri capitano, nello sport come nella vita e si affrontano. Vinciamo e perdiamo sempre insieme, in ogni momento”.
Sulla profondità della Nazionale ha sottolineato: “Pensiamo a quanti giocatori si sono messi in mostra qui: saranno la base dei prossimi anni e ci sono tanti fattori che ci fanno sperare per un buon futuro. Con questa squadra – staff compreso – dobbiamo fare il tutto sempre al meglio anche per noi stessi per arrivare al livello che noi vogliamo. Non è facile, ma siamo sulla strada per poterlo fare. Una vita senza ambizione non è una vita”.
“E’ un privilegio essere in questo gruppo e poter guidare la Nazionale. Spero tra 10 o 20 anni, così come Parisse, Zanni e Ghiraldini hanno fatto tanto per questo sport, di poter vedere che tanti ragazzi giovani che sono qui oggi possano aver fatto qualcosa di simile per il futuro e avere una buona squadra” ha concluso il Commissario Tecnico Azzurro.