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Zebre, le 100 presenze di Guglielmo Palazzani


Prosegue il percorso lungo i sentieri della memoria per l’allenatore delle Zebre Rugby Michael Bradley: dopo Limerick e la sfida al Munster di sabato scorso, squadra con cui l’Irlandese vanta 40 caps durante la sua carriera da giocatore, nella giornata di oggi i bianconeri hanno svolto una sessione di allenamenti nel quartier generale di Cork, città natale dell’head coach della franchigia con base a Parma. Venerdì si cambia tragitto imboccando la costa atlantica verso Galway, sede del Connacht Rugby dove Bradley ha trascorso sette stagioni alla guida dei neroverdi. Venerdì sera infatti alle 20:35 (ora italiana) la squadra irlandese ospiterà allo Sportsground il XV del Nord Ovest nel match inaugurale del 15° turno del Guinness PRO14. “Siamo concentrati sulla nostra prestazione” – sostiene Guglielmo Palazzani riguardo l’imminente sfida del fine settimana. Originario di Gardone Val Trompia (BS), ma cresciuto rugbisticamente nel Fiumicello Rugby, Guglielmo è più vecchio dei suoi 27 anni. Dal 24 Febbraio 2013 ad oggi Palazzani dirige il traffico in campo per conto delle Zebre Rugby, dettando ordini e incitando il reparto degli avanti in ruck e in mischia chiusa. Varcando per primo il tunnel del Thomond Park sabato scorso, nel 14° turno di Guinness PRO14, il n 9 bianconero è stato insignito del suo 100° cap con la maglia zebrata, al netto di presenze nel campionato celtico e in coppa europea. Ad accoglierlo l’annuncio dello speaker allo stadio e il plauso di tutto il pubblico irlandese, un calore raffreddatosi a partita in corso, quando al 53′ Palazzani riaprirà i giochi contro il Munster andando a siglare una meta tutta personale, ciliegina sulla torta di una carriera costellata di riconoscimenti e apprezzamenti ancora ben lontana dal suo tramonto. 100 le gare ufficiali in bianconero, 22 quelle in Azzurro e quinta stagione nella rosa delle Zebre per il più giovane centurione della storia celtica della franchigia federale; secondo nella speciale classifica solo al pilone Andrea De Marchi a 106. Di queste 100 partite, quale rimarrà per sempre la tua sfida memorabile?

La gara in casa contro gli Ospreys durante il mio primo anno nella rosa delle Zebre nel 2013/14. Una bella vittoria 30-27 con un mio assist per Leonard dopo un break ed una mia meta allo scadere; davvero indimenticabile. Quale invece la gara che ti ha lasciato l’amaro in bocca che vorresti rigiocare?

Rigiocherei la gara in casa di Challenge Cup di quest’anno contro i francesi del Pau; dopo aver chiuso in ampio vantaggio il primo tempo, la sconfitta finale è stata davvero amara e ha compromesso la nostra campagna europea. Quando hai capito che il rugby sarebbe stata la tua vita professionale? Sicuramente da quando ho iniziato mi sono subito messo d’impegno: è stato un colpo di fulmine con la palla ovale, da subito. Ho capito invece che il rugby poteva per me futuro quando ho cominciato a giocare a Cavlisano, prima in Serie A e poi in Eccellenza vincendo anche lo scudetto. Quel periodo è stato il più positivo della mia carriera a livello di risultati e crescita: è stato fondamentale per portarmi alle Zebre. Quando invece hai avuto un momento di difficoltà e come l’hai superato? Dopo alcune presenza da permit player nella stagione 2012/13, sono entrato nella rosa bianconera nell’estate 2013. Appena arrivato a Parma non é stato facile. Sono stato portato da coach Cavinato che insieme a me si è trasferito alle Zebre da Calvisano. Fino a fine Ottobre sono sempre stato in tribuna; è stato difficile dopo essere stato sempre in campo con regolarità nel massimo campionato italiano Eccellenza. Due mesi senza mai giocare; poi con determinazione e disponibilità a giocare anche nel ruolo di estremo, il mio sacrificio è stato ripagato. Com’è cambiato il ruolo del mediano di mischia in questi anni? Negli ultimi 10 anni il ruolo di mediano di mischia è cambiato parecchio: è aumentata la velocità ed il ritmo di gioco, ma pure la fisicità. Il rugby di oggi è molto più duro ed intenso; c’è più studio dell’avversario e dei suoi movimenti in attacco. C’è tanto lavoro dietro alla preparazione di una gara; lo studio strategico per come arrivare ad una buona prestazione è diventato fondamentale. Il bello ed il brutto di questo sport è che non si può più sbagliare ed ogni errore lo paghi caro: le squadre di oggi sono efficaci e ti puniscono subito. Dove pensi di poter ancora migliorarti personalmente? Personalmente mi piace giocare sia 9 che 15 e penso che una sfida personale per migliorarsi sia quella di prepararsi sempre al meglio con l’obiettivo di ridurre gli errori al minimo, perché costano cari contro ogni avversario. Quale è stato il compagno ideale in questi anni di trasferte con le Zebre? Matteo Pratichetti e Giovanbattista Venditti…perché sono qui in stanza con me ora in Irlanda! Scherzi a parte, so adattarmi a tutti ed è piacevole conoscere meglio tutti i compagni durante le trasferte lontani da Parma. Qual è stato il giocatore che ti ha ispirato di più? Paul Griffen è stato idolo in campo e fuori, seguirlo prima da tifoso del Calvisano e della nazionale italiana è stato uno dei motivi per amare questo sport. Col tempo è poi diventato un vero privilegio giocarci insieme, cogliere tanti successi col club e condividere consigli di rugby e di vita. Qual è il tuo pregio? Il mio pregio è quello di essere sempre molto concentrato mentalmente, dimostrando sempre il massimo dell’impegno. Per rimanere a questo livello molto esigente devi essere sempre costante: mantenere lucidità di testa e costanza nella dedizione negli allenamenti, in poche parole non mollare mai! Come prosegue la settimana in Irlanda dopo la sconfitta con Munster in ottica della prossima gara di venersì a Galway? Ci stiamo allenando bene nonostante le brutte condizioni atmosferiche qui in Irlanda. Rimanere qui ci ha permesso di fare gruppo e compattarci in vista della sfida col ConnachtC’è molto amaro in bocca dopo la sconfitta di sabato contro Munster: non capita spesso di stare in partita in uno stadio così contro un avversario di quel livello. Abbiamo pagato qualche errore di troppo e non siamo stati efficaci in attacco. Il gruppo è assolutamente positivo in vista della prossima partita; siamo concentrati sulla nostra prestazione.

(foto: sito Zebre Rugby CLub)

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