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6 Nazioni, O’Shea: 'Mi sarebbe piaciuto mettere in campo McKinley, ma..."


Conor O’Shea mantiene il proprio positivo realismo a quarantotto ore dal secondo turno del NatWest 6 Nazioni che sabato alle 14.15 locali (15.15 in Italia) metterà di fronte gli Azzurri al XV in maglia verde sul prato dell’Aviva Stadium.

“Lo sport è strano, l’energia di una gara può cambiare rapidamente. Penso alla nostra gara della settimana scorsa contro gli inglesi: dopo la meta giustamente non concessa a Boni per un in avanti segnalato dal TMO la partita è cambiata nel volgere di pochi secondi e da un possibile 17-20 ci siamo ritrovati sul 10-27. La nostra squadra sta imparando che ogni momento conta, e imparandolo dobbiamo continuare ad alzare il nostro livello di gioco” ha detto il CT dell’Italia.

“Quella di sabato per noi è una grande sfida, l’Irlanda può contare su una rosa di incredibile qualità e sappiamo che ci sarà da placcare molto lungo gli ottanta minuti. Ma posso garantirvi che l’Italia spenderà ogni singola goccia di energia sulla strada per continuare il proprio cammino. Questo gruppo guarda al futuro, ma un grande desiderio di togliersi qualche soddisfazioni importante anche nel breve termine” ha aggiunto O’Shea.

“Non sarei motivato e pieno di energia – ha proseguito il tecnico irlandese dell’Italia – se non fossi consapevole che stiamo apportando i cambiamenti necessari al nostro sistema, se non avessi piena coscienza che il rugby italiano ha un futuro davanti a sé. Stiamo lavorando per portare l’Italia ad essere la nazione rugbistica che merita di essere”.

“Contro gli inglesi abbiamo perso due, tre occasioni per marcare e dovremo essere più previsi contro l’Irlanda: abbiamo voluto mantenere la stessa linea dei trequarti per dare ai giocatori la possibilità di fare esperienza e imparare sul campo da ciò che non ha funzionato a Roma, mettendo al tempo stesso un po’ di freschezza tra gli avanti con Steyn, Bigi e Quaglio dal primo minuto. Minozzi ad estremo ha fatto cose grandiose all’Olimpico e anche Allan all’apertura è stato eccellente nell’applicazione del piano, e la competizione per la maglia numero dieci con Canna e Ian McKinley è un aspetto estremamente positivo per noi”.

Proprio l’esclusione del numero dieci irlandese equiparato della Benetton Rugby, unico atleta sulla scena internazionale a giocare con speciali occhiali protettivi a seguito di un infortunio di gioco che gli ha causato la perdita dell’occhio sinistro, si sono concentrate le domande dei media irlandesi presenti alla conferenza stampa del CT: “Nessuno più di me avrebbe voluto mandare Ian in campo sabato, ma come ho detto Allan è stato brillante e sarebbe stato difficile giustificare una scelta di questo tipo con Tommaso e con Carlo. Sarebbe stata una scelta di cuore e posso assicurarvi che il primo a voler essere giudicato per quanto fa in campo, e non per la sua incredibile storia, è Ian stesso. Lui lavora per essere il miglior numero dieci a nostra disposizione, e questa è l’unica cosa che conta per lui”.

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