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SEI NAZIONI: vincere contro la Francia a Parigi è fondamentale


Nella testa di John Schmidt riecheggia ancora l’eco di un incubo passato, quello dell’amara sconfitta al match d’apertura contro la Scozia al Murrayfield Stadium, nella scorsa edizione del Sei Nazioni.

Quell’anno l’Irlanda era entrata nel Sei Nazioni 2017 animata da grandi aspettative, dopo le vittorie contro la Nuova Zelanda e l’Australia il novembre precedente e soprattutto dopo essersi guadagnata una storica vittoria contro gli Springboks, in suolo sudafricano, nell’estate del 2016.

Nonostante ciò, l’entusiasmo degli irlandesi si è dissolto in fretta quando ad Edimburgo hanno perso 27-22 per mano degli scozzesi. Per finire poi secondi all’Inghilterra.

A questo proposito Schmidt sceglie di non guardare a questo Sei Nazioni come un laboratorio (considerato il sistema delle accademie irlandesi come una fucina di giovani stelle) ma piuttosto di affrontare la sfida a Parigi avvalendosi di giocatori esperti, di chi conosce già cosa significhi giocare in casa dei francesi e vincere. “Horses for courses” si dice in inglese, cioè scegliere le persone giuste per un certo tipo di missione.

Dissuadendo tutti dall’idea che l’Irlanda sia solo in corsa per strappare il titolo agli inglesi il 17 marzo a Twickenham, Schmidt tiene l’enfasi sui pericoli nascosti nel nuovo e ignoto team francese che potrebbe facilmente riscoprire orgoglio e lustro sotto la nuova guida di Jacques Brunel.

La Francia ha chiuso il tournament l’anno scorso posizionandosi terza, con tre vittorie e due sconfitte, sotto la guida di Guy Noves. Ma adesso, con i cambiamenti ai piani alti, rappresenta una minaccia sconosciuta a tutti, un “animale diverso”.

Potrebbe far sperare ad un ritorno alla joie de vivre, dopo un autunno triste che conta anche un pareggio con il Giappone.

Una rivoluzione francese che sembra incendiarsi lentamente ma è sicuramente stata innescata.

La scelta dei 36 uomini di Schimdt per i primi due match contro la Francia, e poi in casa sette giorni dopo contro l’Italia, conta di un paio di esordienti tra cui la già nota e talentuosa ala di Leinster Jordan Larmour, mentre invece si notano importanti assenze nel reparto delle terze linee e centri come Jamie Heaslip, Sean O’Brien, Rhys Ruddock e Tommy O’Donnell, poi Luke Marshall, Garry Ringrose, Jared Payne. Dei 36 giocatori, 15 hanno meno di 10 test caps e fanno della rosa irlandese il più giovane team selezionato per il Sei Nazioni, con un’età media di 25.66, dove 16 di loro hanno anche meno di 25 anni.

Jacob Stockdale, Bunder Aki e James Ryan sono pronti a disputare il loro primo Sei Nazioni.

Ryan è stato scelto al posto di Davin Toner, Stockdale ha segnato 4 mete in 4 presenze, e di Aki ancora si ricorda il debutto glorioso nella vittoria contro gli Springboks questo autunno.

Cian Healy è stato preferito a Jack McGrath e Josh van der Flier sostituisce l’infortunato Sean O’Brien in terza linea. Nel reparto dei 3/4 toccherà a Robbie Henshaw e Keith Earls sostituire Chris Farrell e Adam Byrne.

Nonostante le giovani forze che Schmidt ha scelto di considerare per la selezione, è presente comunque un senso di continuità nella squadra in termini di stile e gioco, dalla sua prima volta nel 2014, con due pilastri come Brian O’Driscoll e Paul O’Connell, fino alla quinta, quella che sta proprio per cominciare, sotto la guida del veterano Rory Best e i pupilli Larmour, Joey Carbery, Jacob Stockdale, James Ryan e Dan Leavy.

Il sistema di gioco degli irlandesi è abbastanza rigido, basato su territorio e possesso. Sono soliti ridurre il gioco avversario, strozzandolo nei punti d’incontro, attraverso l’attento e logorante lavoro della mediana firmata Conor Murray e Jonathan Sexton; sembra però essere giunto il momento di sciogliere un pò le briglie, considerando che gli arbitri lasceranno fluire molto il gioco.

Così il vecchio e già testato si mischierà al nuovo, alcuni giocatori giocheranno in modo più quadrato e in tipico stile irlandese mentre altri avranno un pò più di spazio e sarà interessante perciò vedere come i giovani si adatteranno e svilupperanno in base a questo.

L’irlanda e l’Inghilterra sono le favorite quest’anno ma non bisogna sottovalutare gli altri avversari feroci, prima che si possa identificare un potenziale vincitore del titolo tra le due, il giorno di San Patrizio a Twickenham.

Anche in questo caso, come per la Scozia contro il Galles, una prima vittoria fuori casa farebbe acquisire momentum agli uomini in verde e portarli in un ottima forma mentale riguardo ciò che li aspetta in seguito.

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