ITAvARG: partita di sofferenza, i Pumas si aggiudicano il derby latino
Argentina chirurgica, sfrutta il calo fisico e la grave indisciplina per gli Azzurri.
Firenze. Finisce 31-15 per i Pumas.
E' stata subito Battaglia allo stadio Artemio Franchi di Firenze, una partita molto dura e dispendiosa. Un derby latino.
Un inizio frammentato, tanti calci e tante mischie.
Cronaca. Si comincia al primo minuto proprio da una mischia per gli argentini, dopo un avanti di Hayward su una presa alta: Orlando subito sparato prende l'esterno di Boni che non arriva al placcaggio, e i pumas accelerano nei 22 azzurri. Italia in difficoltà i primi minuti.
C'è il turnover sui nostri 5 metri e Violi chiama intorno gli avanti per liberare e appoggiarsi in rimessa laterale, ma rimane un calcio per gli argentini.
Creevy al lancio nei 22 italiani, la cassaforte argentina viene rallentata e infine distrutta.
Un calcio di punizione per gli argentini, puniti per ostruzione, porta l'Italia in rimessa laterale e da lì si genera una grande fiammata azzurra con Tommaso Castello che apre un varco involandosi fino ai 22 avversari travolgendo Sanchez che deve uscire per concussione al quinto minuto, con sostituzione temporale del mago Hernandez.
Castello già dai primi minuti si conferma un ottimo ball carrier, rompe la linea e garantisce serenità nelle opzioni di gioco, fa il lavoro sporco in difesa ma specie in attacco, va a caccia dei palloni e li ripulisce. Grande partita di sacrificio e consistenza per lui.
Occasione che sfuma comunque per gli Azzurri che non riescono a concretizzare in attacco, i Pumas approfittano della lentezza italiana a gestire il pallone in ruck e guadagnano una punizione: Hernandez trova i pali all'undicesimo minuto e si va al 0-3.
Alla ripresa è di nuovo Castello ad ispirare i compagni: dopo un placcaggio su Sarto, Castello e Budd arrivano in rapidità sul punto d'incontro ed è il centro delle Zebre a realizzare un ottimo fetching dell'ovale. Canna va per i pali e l'Italia pareggia 3-3 al 12esimo.
Si ricomincia con una serie di pedate che culminano con un calcio di punizione per gli argentini sui 22 metri azzurri: i pumas vogliono il bersaglio grosso. Rientra intanto Sanchez. Lancio per Creevy per il primo blocco di salto, seguono quattro fasi di gioco con poco avanzamento e poi il fischio di Pyeper che segnala di nuovo un'ostruzione argentina. Tanti gli errori per i sudamericani.
In campo c'è frenesia e poca pazienza da entrambe le parti. Una ghiotta occasione sfuma per gli italiani quando Sarto perde palla in avanti sui 5metri avversari, dove però l'Italia vi era giunta solo grazie ad una rimessa laterale trovata da Canna a seguito di un placcaggio alto di Boffelli su Castello.
Non c'è pazienza o precisione nell'esecuzione.
Le soddisfazioni migliori per l'Italia arrivano in mischia ordinata: una performance da manuale per il pack azzurro che guadagna una punizione quando il segnalinee fa notare la spinta anticipata della prima linea argentina. Bajadita. Canna per il primo sorpasso al 20esimo minuto: 6-3.
Il vantaggio dura poco, appena 8 minuti. Gli Azzurri sono costretti a difendere una valanga argentina che si abbatte sui 22 di casa, la loro liberazione del pallone è molto veloce ma hanno poca fantasia nel giocare le fasi opzionali. Dopo la nona fase c'è un calcio di punizione per offside azzurro che viene giocato velocemente sui 5metri italiani e che spinge Cancelliere in meta dopo due placcaggi sbagliati da Hayward e Sarto. Sanchez sbaglia la conversone. 6-8
L'italia riparte cercando di creare problemi in fase statica di conquista con una mischia ordinata sui 5metri argentini al 30esimo del primo tempo. Sbagliano di nuovo gli argentini in mischia ordinata: non riescono ad ancorarsi, crolla di nuovo la prima linea biancazzurra. Calcio di punizione allora e Canna trova di nuovo i pali per il sorpasso 9-8.
Si conclude il primo tempo con l'Italia in vantaggio e l'impressione che l'Argentina sia un avversario non troppo difficile da battere: al XV di O'Shea serve lucidità e la forza mentale per restare galvanizzati. Eccellente in mischia ordinata e in touche e poi tanta solidità in difesa: la seconda linea difensiva fa moto bene, è arrembante e recupera velocemente gli avversari. Poca territorialità e ancora poca disciplina.
Il second tempo si apre con i sorpasso argentino per il 9-11 quando Sanchez trova i pali in seguito ad un calcio di punizione per gioco da terra degli azzurri. La partita continua in sofferenza ad essere spezzettata per via dei tanti errori da entrambe le parti.
Continua infatti la rincorsa italiana che trova un altro calcio a favore al 48esimo. Ed è sorpasso di nuovo per 12-11.
Sul calcio di rinvio poi Sarto sbaglia e commette in avanti nei suoi 22 regalando una mischia agli argentini. L'introduzione di Landajo è palesemente storta, l'ovale viene spinto direttamente in seconda linea, Creevy non alza nemmeno il piede: l'arbitro fischia un calcio libero.
Gli errori si susseguono incessantemente. Minto non lascia il pallone e regala un calcio di punizione per Sanchez che piazza facile al 55esimo per il 12-14.
Risponde l'intelligente mediano di mischia azzurro Violi con un drop soltanto tre minuti dopo. 15-14.
Ma il fischietto di Pyeper non ha tregua.
Di nuovo Sanchez per il 15-17, per una punizione proprio su Violi che placca senza palla. Continua la sofferenza.
La tensione è alta e così la frenesia.
Dopo un bel tentativo di avanzamento della maul italiana nei 22 avversari, il pallone emerge lentamente e il tenuto è inevitabile. Di nuovo imprecisione nell'esecuzione.
Seguono 13 fasi di attacco argentino nei 22 italiani, la difesa regge, poi l'ovale si allarga bene sul campo dove trova il terza ala Kremer che si infila in un buco sulla linea azzurra e va a marcare per il 15-24.
A meno dieci al termine l'Argentina va oltre il break.
Il ritmo cambia decisamente e i pumas sembrano aver alzato il livello d'attenzione e sfruttano le poche risorse d'attacco dell'Italia. Comincia a farsi sentire quel divario oggettivo che separa le due squadre: i sudamericani sono abituati ad alti palcoscenici internazionali e giocano d'intesa fra di loro, uniti e legati l'un l'altro nelle esperienze di livello del Rugby Championship e nel campionato dei Jaguares.
L'Italia non riesce a battere l'Argentina risalendo il campo, mancano le strategie di gioco e la serenità nel possesso dell'ovale.
Il peso del dominio in mischia ordinata finisce e così le speranze italiane quando al 77esimo Tuculet, al suo 50esimo cap, mette fine alla gara marcando alla bandierina la marcatura del 15-31.
E' stato un logorio lento ed inesorabile.
Gli argentini sono andati oltre ogni collisione, hanno impegnato almeno due azzurri per ogni punto d'incontro, hanno mantenuto la palla giocandola sempre fino all'ala tornando indietro solo per i loro errori, mai spinti dalla pressione del gioco italiano. Un gioco oggi sterile e con poca inventiva.